Chi siamo
Siamo produttori sardi di composte e marmellate naturali
“Siamo Emanuele e Francesca, la nostra storia inizia durante gli studi in Cooperazione Internazionale presso l’Università di Torino, dove ci siamo conosciuti.”
Prima di concepire Nostos
abbiamo svolto un anno di servizio civile in Mozambico: l’esperienza ci ha aiutato ad ampliare le nostre conoscenze e la comprensione delle disparità e le ingiustizie molto marcate tra Nord e Sud Globale. Durante quest’anno abbiamo cominciato a maturare il desiderio di incidere positivamente con il nostro lavoro in Italia sviluppando un progetto che potesse dare continuità alle idee e agli stimoli ricevuti tra studio e vita all’estero, in Africa ma anche in altri paesi europei.
Nasce così Nostos, nel 2020 dopo il rientro dal Mozambico e durante la pandemia. Un progetto che parte da una parola, “nostos” che in greco antico significa ritorno. In questo termine si racchiude un concetto articolato e ampiamente utilizzato nella narrativa epica, con le storie dei ritorni (nostoi) in patria dopo le avventurose battaglie o le epopee di navigazione, narrate in particolare da Omero, con la celebre Odissea.
Il rientro in Italia
è stato un ritorno, non particolarmente avventuroso, ma fondamentale per prendere coscienza che oggi un cambiamento è necessario e parte proprio dalla terra e da chi l’ha sempre curata rispettandola. Tornando nei luoghi dove siamo nati, abbiamo conosciuto la ricchezza delle nostre tradizioni e del patrimonio naturale che sta andando a disperdersi a causa della nostra indifferenza.
Abbiamo visto con i nostri occhi le difficoltà alimentari delle persone nelle comunità africane, con gli stessi occhi vediamo quotidianamente lo spreco di cibo e gli eccessi della nostra società. Per questo vogliamo, in maniera sostenibile, contribuire ad un cambiamento fondamentale: recuperare le eccedenze di frutta e verdura dei mercati locali, valorizzare i piccoli produttori e la filiera corta del territorio dove operiamo, la Sardegna.
La maniera più essenziale per evitare questi sprechi è quello di farci conoscere attraverso un prodotto genuino e sano: i prodotti con cui abbiamo deciso di cominciare sono le marmellate, quando si tratta di agrumi, le confetture negli altri casi e le composte, quando si ha davvero una bassa percentuale di zucchero.
La trasformazione, infatti, qui nel territorio sardo non è molto praticata: trasformando, tuttavia, si ha la possibilità di ridare vita e valore ad una materia prima semplice, come la frutta o la verdura, che altrimenti andrebbe buttata, qualora non fosse venduta. Dai racconti dei nostri nonni, abbiamo conosciuto la tradizione e le ricette per trasformare al meglio le materie prime in buonissime confetture, così da assaporare un prodotto di ottima qualità che, altrimenti, sarebbe stato scartato.
Il primo passo per noi
è partire dalle composte, ma non ci vogliamo fermare qui. Ancora in maniera amatoriale, portiamo avanti la produzione di miele. Le api sono il vero termometro della natura e la loro presenza ci accompagna nell’impollinazione delle piante da frutto di proprietà di alcuni agricoltori amici. Difendere il lavoro di questi insetti, minacciati dall’uso dei pesticidi, è per noi importante perché senza di loro non avremmo i prodotti della natura e non sarebbe nato Nostos, un ritorno all’essenziale e al naturale. Speriamo nel corso del tempo di aumentare la nostra produzione e offrire a voi un’altra scelta di bontà e giustizia.
Sognando più in grande, ci piacerebbe che questo progetto potesse ampliarsi in futuro grazie alla rete di conoscenze sul territorio, le numerose piccole realtà che portano avanti filosofie simili alla nostra e poter offrire dei servizi che abbiano come focus principale la terra e i suoi prodotti.
Un passo alla volta…
Come quando abbiamo deciso di intraprendere la nostra start-up
Nel nostro periodo di lavoro in Africa eravamo a contatto con un gran numero di contadini e apicoltori. Cercavamo di fornire loro delle conoscenze pratiche e teoriche sull’agricoltura; dopo alcuni mesi ci siamo accorti che siamo stati noi ad apprendere molte cose da loro. Il rispetto della natura, la produzione in maniera sostenibile, l’autoconsumo e l’assenza di qualsiasi spreco sono fattori che ci hanno aperto gli occhi. Dovevamo anche noi cambiare strada e cercare una via di mezzo tra l’eccesso da cui eravamo venuti e l’essenzialità che abbiamo incontrato.
Cooperare significa scambio, significa ascolto reciproco e significa soprattutto impegno: abbiamo capito che anche noi avevamo bisogno di riappropriarci di molti concetti. Le lezioni di vita apprese non le abbiamo maturate in università, ma sul campo e grazie a questo ci siamo accorti che dovevamo re-indirizzare la rotta, ritornando a casa.
La cooperazione, per come l’abbiamo studiata, sembra sempre monodirezionale: è il Nord più ricco che si sposta verso il Sud più povero economicamente. Ma per trovare un vero cambiamento non lo si può imporre agli altri, lo si deve trovare in sé stessi, nella propria realtà e nel proprio territorio.
Tornati in Italia a febbraio 2020, la pandemia ci ha fatto capire che questo cambiamento, non solo era possibile, ma è diventato urgente. Ci siamo messi subito a lavorare, incontrando tutte quelle persone che dedicano la loro vita all’agricoltura e cercano in maniera sostenibile di conciliare lavoro e rispetto dell’ambiente. Con loro abbiamo pensato fosse importante fare rete e dare valore a quello a cui abbiamo sempre considerato come un mestiere antico e ormai impersonale. Non abbiamo le capacità tecniche per occuparci direttamente di agricoltura, ma abbiamo l’idea giusta per valorizzare tutto il processo produttivo.